loretta dorbolò
Olio su tela, 1988, 50x70
Tutto ciò che è intensamente intenso è ferita.
Anche una grande felicità ferisce: è come se gli estremi si toccassero, è come se il colmo della felicità ruotasse verso il dolore.
È per questo che esiste la dolorosa felicità.
(senza data)
Chissà che cos'è che ci incalza, che ci spinge, che ci fa aspettare sempre il dopo, che ci fa guardare sempre oltre il momento che viviamo. È una strana inquietudine, è come se ogni giorno si sperasse in qualcosa di più definitivo, di più forte. È come se il presente evidenziasse continuamente la sua provvisorietà e quindi anche il non valer la pena di dedicargli troppe attenzioni.
È questo mio presente l'eternità che vorrei.
(1990)
Vorrei avere chiare mete per potertele insegnare. Vorrei privarti di ogni inciampo prevenire ogni tuo turbamento. Io vivo per il tuo sorriso ma so anche che tu hai il diritto di cercartelo da sola.
(1983)
Come mi ricorderà colui al quale
ho insegnato a mettersi in fila
con ordine
a non spingere mai
a non mangiare tutto il pane
del cestino della mensa?
Come mi ricorderà quando
per non aver spinto
per essersi messo in fila
per aver atteso il proprio turno
vedrà il treno partire
e se stesso
a mani vuote
sul binario?
(1995)
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