loretta dorbolò
Olio su tela, 1996, 50x60
Tra i miei piedi e le ali di una gallina non c'è differenza. A che servono le ali ad una gallina? A che servono i miei piedi? Razzolo in un'aia di un metro quadrato senza più dare niente a nessuno, neppure a chi amo ed a me stessa. O sono troppo severa?
(1990)
Ma la ragione, è quella che ci da le ali o è quella che ce le mozza? I nostri voli sono come quelli dei polli per giusta prudenza o per demoniaca fifoneria?
La ragione amica è quella che sa mediare con il proprio istinto.
(1995)
Pensiero sotto il cielo.
Il solito pensiero
senza tetto
senza confini
con le radici mobili.
Le solite ali di gallina
troppo deboli per lunghi voli
troppo ali per non servire a niente.
C'è la gallina perplessa
e c'è la gallina depressa
le altre volano
intanto volano.
(1996)
Ogni volta che sento un'irresistibile attrazione al lasciarmi andare verso l’abulia più totale, la non reazione, il grigiore più definitivo, da qualche angolo di me mi giunge una sempre più roca sferzata. È come l'immagine di me in me che con un braccio, sempre più affaticato, prende la rincorsa per far schioccare la frusta che non permette rese. E così vado avanti ancora, ma non so dove vado. So che si può gioire di briciole e morire di abbondanza. So che il bello è ovunque anche nel nero più nero. Conosco l'essenziale, ma non voglio che mi basti: sapersi adattare a tutto, saper sempre trovare il sereno nella nuvola è un pregio solo se non diventa immobilismo fatalista. Voglio riabbracciare le illusioni. Finché il muro mi impedirà di vedere gli orizzonti, userò l'autoinganno, li inventerò.
(1996)
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