loretta dorbolò
Olio su tela, 1981, 60x80
Per lungo tempo è stato come se stessi per spiccare un volo, ma avevo la punta di un piede serrata in una morsa e restavo lì, tesa, nell'ansia di volare.
Ora che ho i piedi liberi, li ho posati sulla scomoda terra: so che non posso volare.
Non guardo più il cielo sognando la pace della mente, guardo dove metto i piedi perché l'unica certezza è che io non possa null'altro che camminare.
(1977)
La mia casa era un albero e mentre le grandi nuvole bianche si schiudevano in mille forme, inventavo il paradiso. Gli occhi della mia infanzia non potevano immaginare qualcosa di più bello di quanto stessi vivendo, e allora disegnavo lassù, oltre le nuvole, l'eternità di ciò che mai avrei voluto cambiare. Poi, si diventa grandi.
(senza data)
Primi passi nell'autunno respiro poi non più. Odore dell'inverno poi non più. Primavera estate. Ogni stagione regala il suo fascino per pochi giorni poi te lo ruba e resta lì solo per segnare il tempo che va.
In quell'aria tersa dove un unico respiro si può impregnare delle primizie di ognuna delle quattro stagioni è forse il profumo del respiro eterno.
(1980)
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